Quota 100 ai nastri di partenza
Il Consiglio dei Ministri, nella giornata di ieri, ha approvato il testo definitivo del decreto che contiene, tra le altre cose, l’attuazione della c.d. “Quota 100”, già prevista nella legge di Bilancio 2019.
Quota 100, in particolare, rappresenta una forma di anticipo pensionistico, di almeno 5 anni rispetto agli attuali requisiti ordinari anagrafici (67 anni) e contributivi (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini).
Per accedere nel prossimo triennio sperimentale a questa forma di anticipo pensionistico occorre possedere cumulativamente due requisiti minimi: almeno 62 anni di età ed almeno 38 anni di contributi.
La prima finestra per i dipendenti privati e gli autonomi si aprirà ad aprile 2019 mentre gli statali potranno uscire, in prima applicazione della norma, dal 1° agosto 2019 e soltanto se in possesso dei requisiti al momento dell’entrata in vigore del decreto. Gli altri dipendenti pubblici dovranno prendere a riferimento il meccanismo di uscite semestrali, che prevede un preavviso di sei mesi all’amministrazione di appartenenza e una finestra mobile che farà decorrere la pensione sei mesi dopo la certificazione Inps.
Per la scuola resta il regime speciale: chi ha maturato “quota 100” entro il 31 marzo potrà andare in pensione il 1° settembre, gli altri dal prossimo anno scolastico. Per tutti gli statali che andranno in pensione da quest’anno, come si diceva, scatta l’operazione “Tfs/Tfr anticipato”, con il vicepremier Salvini e la ministra Giulia Bongiorno che puntano già a far salire la soglia dei 30mila euro a 40-45mila durante l’esame parlamentare del decreto.
Quantomeno per il settore privato, Quota 100 potrà garantire un ricambio generazionale del personale prossimo alla pensione, con un anticipo di almeno 5 anni, così soddisfacendo un’esigenza di svecchiamento della forza lavoro avvertita da molte imprese italiane.