Comunicazione a mani della sanzione disciplinare: quando è efficace?
La Suprema Corte, con sentenza n. 7306 del 2019, ha chiarito le ipotesi in cui la sanzione disciplinare comunicata brevi manu dal datore di lavoro al lavoratore può essere considerata efficace.
All’uopo, occorre premettere che, per giurisprudenza costante, il lavoratore ha l’obbligo di accettare le comunicazioni effettuate brevi manu dal datore, durante l’orario di lavoro, in quanto espressione del potere direttivo di quest’ultimo. Qualora il lavoratore si rifiuti di ricevere la comunicazione, questa si ha, comunque, per effettuata, in applicazione dell’art. 1335 c.c.
Nel caso sottoposto al vaglio della Corte di Cassazione, i rappresentanti del datore di lavoro avevano tentato di consegnare una comunicazione in busta chiusa al lavoratore ed, a fronte del rifiuto di questi di riceverla, non avevano neanche tentato la lettura del suo contenuto.
A fronte della mancanza della prova sia del contenuto della busta chiusa che del tentativo di lettura della stessa, la Suprema Corte ha concluso per l’inesistenza della comunicazione della sanzione disciplinare, supportata, altresì, dal fatto che lo stesso datore di lavoro aveva successivamente inviato la stessa a mezzo ufficiali giudiziari.
Di conseguenza, i Giudici di legittimità hanno confermato la sentenza della Corte di Appello che aveva annullato la sanzione disciplinare, non essendo emersa in giudizio la prova della sua comunicazione al lavoratore.
In definitiva, la consegna brevi manu di qualsiasi comunicazione inerente al rapporto di lavoro, impone l’adozione delle seguenti cautele:
- assenza di busta chiusa;
- consegna durante l’orario di lavoro;
- in caso di rifiuto a ricevere il documento, tentativo ulteriore di consegna;
- in caso di ulteriore rifiuto a ricevere il documento, lettera ad alta voce del contenuto della lettera.
Cass. 7306 del 2019 (comunicaizone a mani sanzione disciplinare)