L’utilizzo abusivo della carta carburante costituisce giusta causa di licenziamento
La Suprema Corte, con la sentenza n. 15777/2019, ha statuito che costituisce giusta causa di licenziamento l’utilizzo abusivo della carta carburante fornita dall’azienda.
In particolare, i Giudici di legittimità, all’esito di un complesso e lungo iter giudiziale che aveva visto già la cassazione della precedente sentenza della Corte di Appello Ancona, competente per territorio, rinviando la controversi alla Corte di Appello di L’Aquila.
La Corte di Appello del rinvio, in riforma dell’originaria sentenza del Tribunale di Ancona (che, al contrario, era stata confermata dalla Corte di appello dorica), giudicava legittimo il licenziamento per uso abusivo della carta carburante assegnata dall’azienda e tempestiva la relativa contestazione, avvenuta a distanza di due mesi dalla effettiva conoscenza del fatto.
La Corte di Cassazione, nel confermare la correttezza di entrare le suddette valutazioni precisa che:
- la mancata fissazione di limiti espliciti all’utilizzo della carta di rifornimento non esclude che tale utilizzo dovesse avvenire in stretta correlazione con l’effettuazione della prestazione lavorativa e che ciò dovesse condurre a ritenerne l’abuso accertato come espressione di una condotta intenzionale del dipendente, che ne aveva travalicato il limite implicito;
- la tempestività della contestazione deve essere valutata con riferimento alla conoscenza effettiva della condotta da parte del datore e non al momento in cui questa è stata compiuta dal lavoratore e che due mesi risultano un tempo ragione Ole e compatibile con la necessità di accertare le responsabilità e contestare l’illecito.
Ca.. 15777 del 2019 (abuso rifornimento e licenziamento per giusta causa)