
L’emoticon potrebbe salvare il posto di lavoro
Con sentenza n. 237/2019, il Tribunale di Parma ha dichiarato illegittimo il licenziamento irrogato ad una lavoratrice per aver, in una chat whatsapp tra colleghe, apostrofato il datore di lavoro con commenti offensivi, intervallati da emoticon. In particolare, il giudice ha ritenuto che l’utilizzo delle “faccine” rendeva gli insulti «più canzonatori che offensivi», non...Leggi di più...
Cessazione appalto, licenziamento collettivo e criteri di scelta
La Suprema Corte, con sentenza n. 5373/2019, ha statuito che il datore di lavoro, che sia subentrata in un appalto di servizi ed abbia assunto il personale impiegato dal precedente appaltatore, in ossequio alla clausola sociale prevista dal CCNL applicato, qualora, a causa della perdita del suddetto appalto, proceda ad un licenziamento collettivo, deve individuare i lavoratori da licenziare,...Leggi di più...
Comunicazione a mani della sanzione disciplinare: quando è efficace?
La Suprema Corte, con sentenza n. 7306 del 2019, ha chiarito le ipotesi in cui la sanzione disciplinare comunicata brevi manu dal datore di lavoro al lavoratore può essere considerata efficace. All’uopo, occorre premettere che, per giurisprudenza costante, il lavoratore ha l’obbligo di accettare le comunicazioni effettuate brevi manu dal datore, durante l’orario di lavoro, in...Leggi di più...
Non esiste un diritto alla parità di trattamento retributivo tra i dipendenti
La Suprema Corte, con sentenza n. 8299/2019, ha ribadito il principio secondo cui, nel nostro ordinamento, non sussiste un obbligo di parità di trattamento retributivo tra dipendenti dello stesso datore di lavoro. In particolare, a detta dei Giudici di legittimità, l’unico obbligo in capo al datore di lavoro, da un punto di vista retributivo, è quello di garantire a ciascun lavoratore i...Leggi di più...